“Ad Annamaria, compagna delle mie migliori risate”
E’ questa la dedica che P. ha scritto su un libro dal titolo inquietante.
Ultimamente non ho molto tempo per leggere, ma la mia inclinazione per la tragedia e la curiosità di leggere un suo scritto mi ha spinto a sfogliare almeno l’introduzione che di solito non leggo mai.
L’introduzione consiste nella contestualizzazione dell’opera letteraria, nella sua critica e nell’accenno al racconto finalizzato all’analisi.
Confesso: non ho afferrato tutto quello che ho letto. Alcuni riferimenti, alcune critiche sottili, alcune citazioni mi sfuggono proprio.
E confesso un’altra cosa: è stato difficile associare l’autrice di tale analisi alla persona che il sabato sera si diverte con il mimotto mentre tutti gli altri si scannano a taboo.
Mia cognata è così.
E’ quella che scrive epistemologico con la stessa nonchalance con cui le persone normali pronunciano la parola mamma.
E’ quella che pubblica articoli sugli scrittori austriaci del 1700 e intrattiene gli amici con un involontario cabaret.
E’ quella che scrive “compagna delle mie migliori risate” come dedica di un atroce racconto.
Mia cognata è così: ossimorica, colta, severa e comica.
Ed io sono contenta che mio fratello se la sia sposata.
Dediche
28 Apr 2009 1 Commento
Apr 30, 2009 @ 16:20:07
Mia cognata Annamaria è una donna libera. Non ce ne sono molte. Personalmente non ne ho mai incontrata una prima di lei e dopo di lei. Annamaria scocca le parole come frecce, dritte al bersaglio. fa sempre centro, ma non se ne accorge, perché è libera. Solo una donna libera poteva scrivere un testo simile e da quando l’ho letto io mi sento meno sola. Grazie, Annamaria.