Oggi ho visto un lenzuolo che copriva un cadavere.
Stavo andando a lavorare a piedi camminando per una zona poco trafficata.
Una strada chiusa e lampeggianti blu in lontananza.
Penso a un tubo rotto, a dei lavori urgenti e mi avvio distratta nel silenzio della prima mattina.
La scena che mi si palesa davanti mi strappa con violenza dai miei pensieri semplici.
Ho girato lo sguardo per discrezione, ma non abbastanza in fretta perché le immagini non mi siano rimaste impresse per tutta la giornata.
Rottami.
Quello che resta di una moto.
Una macchina parzialmente distrutta.
E lui, lì sotto.
Ho deciso di fare un’altra strada, ma ormai i pensieri non erano quelli soavi con cui avevo passeggiato fino a quel momento.
Ogni volta che pestiamo sull’acceleratore, ogni volta che ci sembra importante rispondere ad un messaggio, ogni volta che ci va di fare due chiacchiere al telefono o che ci immergiamo nei nostri pensieri, non pensiamo a noi.
Buttiamo il cuore e la mente a chi ci aspetta a casa e a tutte le potenziali attese che ci circondano mentre viaggiamo.
E invece che accanirci, molliamo.